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Restauro Altare Tupputi

Abbazia Curata di Sant’Adoeno – Bisceglie

 

Il Restauro dell’Altare in stucco policromo della Cappella Tupputi e del relativo dipinto ad olio su tela raffigurante “La Trinità e la Madonna del Buon Consiglio” rientra in un progetto promosso dall’Abate Paolo Bassi dell’Abbazia Curata di Sant’Adoeno che ha visto coinvolti la Fondazione Puglia che ha finanziato il progetto con un contributo di euro 9.500,00 e le Aziende Agricole Di Martino, eredi della Famiglia Tupputi.

L’idea progettuale dal titolo “L’altare Tupputi: un restauro per la conservazione della memoria storico-religiosa della città di Bisceglie” ha avuto come obiettivo la volontà di recuperare un bene di straordinaria importanza storico-artistico e di inserirlo in un percorso didattico-museale che partendo dal nuovo museo allestito a Palazzo Tupputi, termina nell’antichissima chiesa di Sant’Adoeno, cuore sacro della città antica, riqualificando un prezioso manufatto ottocentesco che si presentava in un assoluto stato di degrado. Il progetto ha visto il coinvolgimento degli studenti del II e V anno del corso di laurea in Conservazione e restauro dei Beni Cultura dell’Università di Bari. 

L’altare in stucco policromo ha un’architettura in stile neoclassico, delineata da una mensa centrale sopra la quale si elevano due paraste laterali con capitelli caratterizzati da due volute che rimandano all’ordine ionico. La parte superiore presenta un timpano curvo con motivo decorativo di un cielo stellato all’interno di una cornice dipinta con motivi curvilinei bicromi. Inoltre l’altare presenta motivi decorativi geometrici, floreali e zoomorfi caratterizzati da colori vivaci ed intensi dipinti a secco.

Non si hanno notizie in merito alla datazione dell’altare, mentre la Cappella che lo contiene fu realizzata nel 1790. La Pala centrale contenuta nell’altare è invece attribuibile all’artista molfettese Saverio Calò come riportato in calce al dipinto. Presumibilmente l’altare fu realizzato contestualmente alla cappella o in un momento successivo. L’ipotesi alternativa potrebbe riguardare la realizzazione delle decorazioni ad olio, successive alla messa in opera dell’altare stesso, simultaneamente alla realizzazione del dipinto, realizzate quindi, dallo stesso Saverio Calò.

Il manufatto si presentava in un pessimo stato di conservazione. L’altare presentava forme macroscopiche di degrado imputabili all’azione di agenti chimico-fisici, quali la presenza di umidità di risalita capillare di acqua ed a precedenti interventi di restauro che di fatto hanno impedito la naturale traspirazione dei materiali provocando, efflorescenze saline trasformatesi in vere e proprie concrezioni, causa di disgregazione del materiale costitutivo.

Lo stato di conservazione del dipinto su tela raffigurante la Madonna del Buon Consiglio e la trinità e contenuto nell’altare, si presentava in discreto stato di conservazione con lacerazioni e squarci della tela causati dalla fragilità del tessuto. 

Gli interventi di restauro sull’altare sono stati abbastanza complessi ed hanno visto per la pulitura dei saggi preliminari prima di procedere all’attività sul manufatto ottenendo con varie sperimentazioni delle miscele diverse per ogni zona diversa del manufatto.

Sono stati inoltre rimossi elementi non originali presenti sul manufatto e realizzati in periodi successivi alla realizzazione dell’altare. In particolare sono stati rimossi i piani di marmo di Carrara in corrispondenza della mensa che coprivano parte delle decorazioni dipinte del manufatto.

E’ stato effettuato un ripristino estetico dell’altare intervenendo anche sulle decorazioni e riscostruendo quelle mancanti con l’utilizzo di disegni preparatori ottenuti dalle parti integre, al fine di restituire unità di lettura.

Il dipinto su tela è stato ripulito è montato su un nuovo telaio applicato sull’altare.